Ciao a tutti, come state? Siete sopravvissuti all’ondata di influenza che ha costretto milioni di italiani a letto con la febbre? Chi scrive questa newsletter si è dovuto arrendere ai diktat del termometro ed è questo il motivo per cui questa edizione vi arriva con qualche giorno di ritardo.
Ma non è stato tutto negativo, anzi. Oltre a farmi godere le prime giornate del torneo di Wijk aan Zee sdraiato sul divano, mi ha permesso, ad esempio, di stravolgere il topic e di cancellare ogni canovaccio e scaletta. Il motivo? L’ultimo comunicato della FIDE, uscito lunedì e passato parecchio in sordina, sul “Freestyle Chess Players Club”, organizzazione gestita dall'imprenditore tedesco Jan Henric Buettner e co-fondata da Magnus Carlsen. Insomma, la FIDE ha voluto “mettere i puntini sulle i”, offrendo da una parte uno spazio nel proprio calendario per le varie date del tour ma, allo stesso tempo, con un tono di voce passivo-aggressivo, ha voluto ribadire chi comanda e quali sono le conseguenze di chi sfida il potere consolidato. Ma andiamo con ordine.
Un passo indietro (per chi è rimasto indietro)
Carlsen e Buettner hanno fondato e lanciato il Freestyle Chess Grand Slam Tour mettendoci tanti soldi, circa 4 milioni di dollari per il 2025, coinvolgendo sponsor e partnership importanti. Ma soprattutto hanno invitato i migliori giocatori del mondo, tutti con un Elo superiore a 2725, a farne parte. Il progetto parte con il Freestyle Chess Grand Slam Weissenhaus il prossimo 7 febbraio per poi spostarsi in giro per il mondo per altri 4 eventi, a Parigi, Nuova Delhi, New York e Città del Capo. Si tratta di un progetto in cui Carlsen ci ha messo la faccia, spendendosi in prima persona e che potrebbe avere molto successo, portando una ventata di novità nel mondo degli scacchi. Ma anche notevoli problemi di ‘convivenza’ con gli organi ufficiali. Chiusa parentesi.
Ritorniamo al documento FIDE
I concetti più interessanti che possiamo estrapolare e commentare:
IL RUOLO SUPREMO. Ovvero, in toni abbastanza severi, la FIDE ricorda il suo ruolo da ‘sovrano assoluto’ in quanto unico organo di governo degli scacchi riconosciuto a livello internazionale (in particolare, dal Comitato Olimpico Internazionale). Quel ‘supreme’ fa un po’ impressione perché, appropriandosi dell’ultima parola, la FIDE taglia fuori ogni forma di discussione e confronto paritario. “Vi ascolto, certo, ma poi decido io”. Non credo che questo tipo di discorso funzioni con personaggi come Carlsen e Buettner, anche guardando a ciò che è successo a New York a dicembre (jeansgate, ricordate?), ma sarò lieto di sbagliarmi.
NON CI PROVATE! Leggiamo: "La FIDE non si oppone a piattaforme commerciali, progetti o club gestiti privatamente, come l'FCPC. Tuttavia, i tentativi dell'FCPC di presentare il proprio progetto come un ‘Campionato mondiale’ sono in contraddizione con lo status consolidato della FIDE e la sua autorità sui titoli relativi ai campionati mondiali in tutte le varianti rilevanti degli scacchi, inclusi gli scacchi960, come delineato nel Manuale FIDE. Inoltre, la linea di condotta adottata dalla FCPC minaccia l'esecuzione degli obblighi contrattuali esistenti dei giocatori nei confronti della FIDE”. Tradotto: sopportiamo la vostra iniziativa, soprattutto perché dà visibilità al gioco, ma non pestateci i piedi. I titoli mondiali sono assegnati solo dalla FIDE. Come ve lo dobbiamo dire?
AVETE LA MEMORIA CORTA? “Le misure adottate dal progetto FCPC hanno inevitabilmente già portato a divisioni nel mondo degli scacchi e ricordiamo fin troppo bene le sfortunate conseguenze di una divisione simile avvenuta in un passato non troppo lontano”. Qua si tenta di sollevare proprio il senso di colpa, le conseguenze che il progetto di Carlsen, mai nominato in tutto il documento, potrebbero causare all’intero movimento. Del resto, neanche i due Papi sono durati molto e di Avignone non si parla più. Che dite, ho sbagliato paragone?
LA MANO TESA. “La FIDE desidera garantire che tutti i giocatori possano pianificare i loro programmi per il 2025. Ecco perché - per una questione di buona volontà - la FIDE ha preso la decisione di ospitare la serie di scacchi Freestyle del 2025 nel calendario e di astenersi dall'invocare clausole legali pertinenti nei contratti precedentemente firmati riguardanti la partecipazione dei giocatori agli eventi Freestyle del 2025”. Un’apertura collaborativa che assomiglia quasi più a: fermatevi ora e nessuno si farà del male, soprattutto voi giocatori.
LA MINACCIA. “La FIDE conserva tutti i suoi diritti legali relativi al titolo di Campionato del mondo e sarà pronta a sfidare gli organizzatori e gli iniziatori di qualsiasi progetto che decida di definire un ‘Campionato del mondo’ senza l'approvazione della FIDE. Siamo aperti al dialogo e auspichiamo di raggiungere un accordo reciprocamente accettabile, a condizione che il ruolo di governo e la consolidata autorità della FIDE sui Campionati del mondo siano rispettati dai potenziali partner”. Insomma, non è chiaro? Ok, ve lo ridiciamo per centesima volta: Chiamatelo in qualunque altro modo o saranno guai.
LO SCHIAFFO. Se il progetto Freestyle dovesse tirare dritto allora “la FIDE non esiterà a ricorrere a tutti i mezzi legali contro coloro che violano i suoi diritti, siano essi iniziatori, organizzatori e/o investitori del progetto”. E per alzare il livello dello scontro vengono ancora tirati in mezzo i giocatori.
“Poiché è in corso il ciclo del Campionato mondiale 2025-2026, tutti i giocatori qualificati dovranno firmare un contratto aggiuntivo, che includerà una clausola che indica che la partecipazione a qualsiasi campionato mondiale di scacchi alternativo in qualsiasi variante di scacchi non approvata dalla FIDE (ad eccezione del tour Freestyle del 2025) comporterà il loro ritiro dai due cicli consecutivi del Campionato mondiale FIDE”. Insomma, o loro, o noi.
Che dire? Non credo che questo sia l’atto finale di questa sfida. Anzi, siamo ai primi round di un match che si potrebbe protrarre per parecchio tempo, senza esclusione di colpi, soprattutto se Carlsen e Buettner decideranno di ignorare le minacce, neanche tanto velate in fondo, della FIDE. La palla è stata ributtata nel campo del FCPC e non ci sono troppi margini di azione: i due si allineeranno alle richieste di chi occupa il ‘ruolo supremo’ degli scacchi o andranno dritti per la loro strada chiamando il loro progetto nel modo che preferiscono?
E voi da che parte state? Con la FIDE o con il Freestyle Chess Players Club? Scrivetecelo rispondendo a questa newsletter!
Augurandovi buon Wijk aan Zee, ci salutiamo qui. Buona mossa a tutti!
Ciao, penso che il ruolo supremo della FIDE derivi più dai contratti firmati. Se giocatori e sponsor hanno firmato dei contratti con la FIDE, allora devono essere rispettati. Se un contratto non viene rispettato cade un principio di tutela (es. copyright) e di fiducia tra le parti. Forse si può rescindere il contratto, pagando sanzione/penale. Perché i giocatori non rescindono il contratto con la FIDE per partecipare a tutti gli eventi che vogliono? E perché lo rinnovano ogni volta (non so la frequenza temporale di rinnovo)? Evidentemente perché la FIDE organizza ancora gli eventi più prestigiosi a cui tutti i giocatori del mondo vogliono partecipare.