Almeno una volta al mese mi viene rivolta una domanda molto semplice: “Perché scrivi di scacchi?”. Non ho mai una risposta netta, ricorrente, giusta. Ogni volta provo a pensarci e scopro che i motivi sono molteplici. Gli scacchi sono uno sport spettacolare, pieno di colpi di scena, in continua ascesa. Le storie degli scacchisti sono ricche di fascino, non hanno età, e negli ultimi anni, grazie all’avvento dell’online, si può usare questo sport per raccontare come cambia una società sempre più dipendente dalle intelligenze artificiali e dalle innovazioni tecnologiche. È un universo infinito di possibili narrazioni, occorre solo scavare, scoprire, indagare. Due giorni fa, condizionato dalle Olimpiadi in corso a Budapest, ho dato una risposta che forse è la più sincera e profonda: racconto gli scacchi perché gli scacchisti se lo meritano, perché gli scacchisti non hanno una voce che assurga a megafono e che provi a raccontare il loro mondo, tra difficoltà oggettive e traguardi sportivi.
Faccio un esempio pratico. Se cercate su Google “la vittoria di Lorenzo Lodici su Anish Giri” non troverete molti pezzi. Ne hanno scritto i blog e i siti che di settore ma, a parte loro (per fortuna che esistono!), non c’è quasi nessun riferimento sui quei giornali e su quei siti d’informazione chiamati ‘generalisti’, ovvero che si occupano di tutto. Eppure parliamo di una vera impresa, con pochi precedenti. Provare a scriverne per un’agenzia come AGI, allora, diventa quasi una missione oltre che un divertimento e un onore. Certo, la mia scrittura su questi temi è ancora rozza e inesperta ma, articolo dopo articolo, si rafforza. E oggi, nonostante gli inciampi, continuo a farlo seguendo gli insegnamenti di Ray Bradbury, scrittore dal talento purissimo: “La quantità dà esperienza. Solo dall’esperienza può venire la qualità”. Insomma, si percorre attualmente la via dell’esperienza, anche se caratterizzata da eccessiva ‘quantità’. Con la speranza che tutto ciò, un giorno, porterà ad affinare la ‘qualità’.
Lodici-Giri, dicevamo. Contesto: 45esima Olimpiade degli scacchi a Budapest, Ungheria. L’Italia, nella sezione Open, guidata da Loek van Wely, si è presentata ai ranghi di partenza con la seguente formazione: Vocaturo, Lodici, Moroni, Sonis, Brunello (le voci degli ultimi quattro le potete trovare tutte nelle due stagioni podcast dell’Infilata, basta scorrere un po’ la lista delle puntate). Primi sei turni: gli azzurri battono le Antille Olandesi, il Kosovo, i Paesi Bassi e il Paraguay; perdono con Ungheria e Inghilterra. La vittoria contro i nederlandesi (in onore a Misculin del Post che porta avanti questa battaglia linguistica) è un capolavoro totale, inaspettato, visto che in tutte e 4 le scacchiere partivamo sfavoriti. La vittoria di Lodici contro Anish Giri, uno che è stato nelle prime 5 posizioni del ranking mondiale, è stata l’apoteosi di una giornata scacchistica perfetta.
Un altro grido di vittoria è rimasto bloccato in gola contro gli inglesi quando, lottando con le unghie e con i denti, abbiamo assaporato il dolce sapore del miele prima di arrenderci alla rimonta avversaria. Lodici e Moroni come Jacobs e Tamberi, per non stare troppo lontani dalle (altre) Olimpiadi. Il tutto con la consapevolezza di avere, nonostante il rammarico, una squadra forte, generosa e dal coraggio infinito. Oggi si riprende a duellare, contro il Messico. È il primo dei cinque turni che mancano alla conclusione della manifestazione. Cinque giorni per capire se questa Italia è definitivamente cresciuta o, ancora una volta, è destinata a bazzicare nel gruppone delle deluse, tra un acuto e l’altro.
In ambito femminile il discorso non è troppo dissimile. Quattro vittorie e due sconfitte ma, come ho scritto qui, a differenza dell’Open, manca l'acuto, lo sgambetto nei confronti di una squadra più titolata, lo scalpo da portare a casa per rilanciarsi nei piani alti della classifica. Le ragazze capitanate da Roberto Mogranzini hanno sconfitto Guernsey, Paraguay, Filippine e Macedonia del Nord, arrendendosi di fronte a due colossi come Cina e Germania. Oggi arriva la sfida al Lussemburgo: un match assolutamente da vincere per poter affrontare, di nuovo, un team di alta classifica. Intanto bisogna applaudire Giulia Sala, giovanissima e solidissima esordiente alle Olimpiadi. Le sue compagne, Brunello, Zimina, Gueci e Sedina, ormai veterane, stanno confermando il loro valore ma è lecito, e loro ne sono sicuramente consapevoli, sperare di ottenere almeno una vittoria di prestigio e, magari, un posto tra le prime 20 nazionali al mondo.
Altre cose da sapere sulle Olimpiadi:
L’India è in fuga, nell’Open e nel Femminile, in 6 turni hanno registrato 12 vittorie, 0 patte e 0 sconfitte. Un dominio (finora) incontrastato.
Arjun Erigaisi è l’unico giocatore ad aver vinto tutti e 6 i match disputati
Gli Stati Uniti, numero 1 del ranking nell’Open, sono in grossa difficoltà dopo aver perso con l’Ucraina e pattato con la Romania. L’unico a performare molto bene è Caruana (4 vittorie e 1 patta) che, con i risultati attuali, tornerebbe sopra quota 2800 punti Elo.
Ding Liren non ha ancora vinto una partita (4 patte e 1 sconfitta per lui); Gukesh, sfidante al suo trono mondiale, ha collezionato 4 vittorie e 1 patta. Oggi era prevista India-Cina ma Ding resterà in panchina per evitare di affrontare il rivale.
La Norvegia di Carlsen ha subito due battute d’arresto: il pareggio con il Canada e la sconfitta con l’Iran. Il numero uno al mondo è entrato in gioco al terzo turno: due vittorie e due patte per lui (che ama arrivare in ritardo, in bicicletta).
🇫🇷 La lezione di Parigi
La finale del Speed Chess Championship, torneo ricchissimo organizzato da Chess.com a due passi dal Louvre, è l’altra storia ‘rimasta appesa’ dall’ultima newsletter. L’evento, in presenza ma giocato attraverso la piattaforma online più usata al mondo, metteva di fronte Hans Niemann contro Magnus Carlsen (nel match più atteso dell’anno) e Hikaru Nakamura contro Alireza Firoujza in partite a tempo rapido e rapidissimo. Ha vinto il norvegese che si è imposto nettamente sia in semifinale contro il giovane americano che, nell’atto conclusivo, contro il francese di origine iraniana. Niemann ha preso una seconda batosta anche nel match di consolazione contro il connazionale. Un rospo non facile da mandare giù per il 21enne californiano, arrivato a Parigi con la voglia di strafare, dimostrare il suo valore e prendersi la rivincita contro i più quotati rivali dopo le controversie degli ultimi due anni. Per fortuna, dopo le due inequivocabili sconfitte, ha deciso di prendere il meglio da questa esperienza e rilanciare le sue ambizioni future.
Questo il primo tweet dopo aver perso contro Carlsen.
Questo il secondo tweet dopo essere stato sconfitto da Nakamura.
Si tratta di rivalità che non si sono spente in questo autunno ma che troveranno sicuramente sfogo ulteriore nei prossimi anni. È un peccato, in fondo, non vedere Niemann alle Olimpiadi ma, anche in questo senso, ci sarà tempo vista la giovane età dello scacchista di San Francisco.
📚 Cose da leggere, approfondire, ascoltare
Netflix ha annunciato la futura uscita di un docufilm basato proprio sulla diatriba Carlsen-Niemann e lo scandalo ‘cheating’ tra GM.
Il 21-22 settembre la FIDE dovrà esprimersi sul reintegro di Russia e Bielorussia. C’è molta attesa per la decisione che potrebbe scombinare nuovamente gli equilibri del mondo scacchistico (e non solo). L’Ucraina non l’ha presa benissimo, tanto che il presidente della Federazione, Kamyshin, ha voluto pubblicare questa foto sul suo profilo X.
Questa è invece la storia di Rani Hamid, scacchista che ha compiuto 80 anni compiuti lo scorso luglio, presente alle Olimpiadi nella squadra femminile del Bangladesh. Una guerriera vera.
Ecco dove nasce l’ossessione dell’Ungheria per gli scacchi
Google, infine, è diventato il principale sponsor del match tra Gukesh e Ding valido per il titolo di campione del mondo.
E con questo è tutto anche per oggi. Alle 15 tutti davanti a Youtube (canale Chess24 in italiano) per tifare gli azzurri e le azzurre. Noi ci sentiamo... alla prossima mossa!